Mat Collishaw
1/9unosunove è lieta di presentare la nuova mostra di Mat Collishaw, appuntamento che anticipa l’ambizioso progetto espositivo che l’artista inglese presenterà a settembre alla Galleria Borghese. Per questo evento, alcune delle storiche sale del Museo romano accoglieranno gli interventi installativi site-specific dell’artista, nati da un dialogo serrato con i capolavori di Caravaggio della collezione Borghese.
Per la mostra da 1/9unosunove Mat Collishaw ha selezionato un gruppo di opere provenienti da tre fra le sue più conosciute serie: Burning Flowers, Insecticide e Last Meal on Death Row.
Servendosi dello strumento fotografico Mat Collishaw costruisce scene di grande fascino, che cristallizzano in una sospensione temporale eterna il momento in cui avviene il passaggio dalla vita, alla fine di questa. Come nei lavori in produzione per la Galleria Borghese, anche in queste immagini fotografiche l’artista innesca un procedimento di stratificazione di significati e letture possibili, con rimandi celati all’arte dei secoli passati. Nei Burning Flowers e negli Insecticide, l’aspetto violento del momento raffigurato, legato alla morte, viene sublimato dalla bellezza dell’immagine stessa, in una dialettica che richiama alla memoria famose rappresentazioni artistiche di scene di martirio di santi cristiani, secondo una sensibilità tipica soprattutto dell’arte seicentesca. Come i dipinti di Santi Martiri realizzati da Guido Reni, queste e molte altre opere proposte da Collishaw appaiono legate ad un’estetica basata sull’opposizione tra la sensualità della carne e la brutalità del supplizio, opposizione che genera nello spettatore un cortocircuito di sentimenti contrastanti e che conferisce all’opera un’aura quasi mistica. La presenza di questa spiritualità latente dell’immagine si fa più dichiarata nei Last Meal on Death Row, dove l’evocazione dell’Ultima Cena compiuta da Cristo prima di affrontare il martirio della croce è immediata.
Il substrato religioso che attraversa tutte le opere non è mai però vissuto cristianamente, inquadrato nell’ottica salvifica di una redenzione futura, quanto piuttosto presentato come elemento in sé perturbante e connaturato all’esistenza umana.
Secondo un andamento armonico, nelle due sale della galleria i colori vividi delle farfalle schiacciate e dei fiori che bruciano si controbilanciano con i toni cupi delle nature morte raffiguranti gli ultimi pasti dei condannati a morte in America, mentre uno scurissimo fondo nero, caravaggesco, passa da un’opera all’altra come denominatore comune. L’intensa bellezza e tragicità di queste immagini, tecnicamente impeccabili, cattura con forza lo sguardo dello spettatore e lo porta a riflettere, insieme all’artista, sulla fragilità dell’esistenza.
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